A.C. 1658-B
Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi ci apprestiamo ad esaminare la proposta di legge n. 1658, a prima firma dell'onorevole Sandra Zampa. È un provvedimento molto importante di cui è relatrice la collega Barbara Pollastrini ed è veramente stata una madrina di questa proposta di legge particolarmente importante. È una proposta di legge che non riguarda soltanto i minori stranieri che arrivano nel nostro Paese non accompagnati dai genitori, ma riguarda la nostra civiltà e la qualità della nostra stessa società.
Ci sono voluti più di tre anni per fare arrivare questo provvedimento in Aula grazie alla determinazione e perseveranza, appunto, delle colleghe Zampa e Pollastrini ma anche del sottosegretario Manzione e delle stesse associazioni che ricordava prima la relatrice, che hanno accompagnato questo provvedimento e ne hanno ogni giorno sottolineato ed evidenziato la necessità. È un provvedimento, ormai arrivato alla sua terza lettura, che auspichiamo possa trovare in fase di discussione e di approvazione una maggioranza ampia e trasversale, come è avvenuto già nella sua prima lettura in questa Camera.
Il tema dei minori che giungono in Italia non accompagnati è purtroppo parte del grande problema dei flussi di migranti che ogni giorno da diversi anni giungono sulle coste italiane. È un problema che non solo ha profonde ripercussioni sociali e politiche all'interno del nostro Paese ma che soprattutto suscita reazioni emotive in gran parte della popolazione, in parte stimolate dalla solidarietà e dallo spirito di accoglienza delle tante associazioni, persone e istituzioni che in questi anni, appunto, hanno dato accoglienza anche in situazioni di fortuna a queste persone, ma che anche suscitano in parte paura, una paura che vede nel migrante che arriva un rischio di aggressione, di degrado o di competizione economica.
Da molti anni l'Italia affronta l'accoglienza delle persone straniere di minore età non accompagnate in termini di emergenza. In Italia esistono esperienze di eccellenza nell'accoglienza delle persone di minore età migranti ma, nonostante l'impegno di tanti sia all'interno delle istituzioni che nelle reti associative e di volontariato, ancora oggi i diritti essenziali delle persone straniere di minore età non accompagnate non sono sempre rispettati, come già le colleghe prima di me evidenziavano. Dal diritto al riconoscimento della minore età a quello ad un'accoglienza decorosa, dal diritto alla nomina di un tutore alla possibilità di essere ascoltati nelle scelte che li riguardano di questo questa proposta di legge si occupa. Infatti, gli obiettivi principali di questo provvedimento sono innanzitutto quello di affermare il principio generale del divieto di respingimento alla frontiera dei minori e quello di armonizzare le procedure di identificazione e di accoglienza nell'intero territorio nazionale, rendendole consone all'età del minore. In tal modo, anche attraverso un censimento dei minori entrati in Italia, si potrà giungere alla realizzazione di un'anagrafe che possa poi seguire gli spostamenti dei minori sia in Italia che in Europa, anche al fine di evitare loro successive identificazioni ma anche, come veniva ricordato, la loro sparizione.
Dalla procedura per accertare la minore età agli standard dell'accoglienza, dalle indagini familiari con il rimpatrio assistito alla promozione dell'affido familiare e alla figura del tutore volontario, dalle cure sanitarie all'accesso all'istruzione, dal permesso di soggiorno per minore età alla conversione del permesso alla maggiore età alle condizioni già previste dalle leggi in vigore, questo provvedimento contiene tutti i tasselli fondamentali di una buona integrazione anche nel nostro Paese. Infine, potrà permettere di superare la fase emergenziale di gestione di questo flusso, stabilendo le competenze e le responsabilità dei diversi attori coinvolti per costituire strutture governative di prima accoglienza dedicate ai minori e per poi passare alle strutture di seconda accoglienza, a prescindere dalla richiesta di protezione internazionale. Infatti, nel delicato campo della convivenza in una società sempre più multietnica, sentirsi discriminati a qualsiasi titolo nell'età della costruzione della propria identità personale non agevola l'integrazione e la coesione sociale, anzi può creare tensioni contro le quali oggi dobbiamo fare ogni sforzo.
Misure specifiche sono poi previste nel caso dei minori non accompagnati vittime di tratta o dei richiedenti protezione internazionale. Nel solo 2016, come veniva già ricordato, più di 26 mila ragazzi e ragazze, anche giovanissimi e con meno di dieci anni, sono arrivati da soli via mare in Italia. Sono più del doppio rispetto al 2015, quando erano 12.660. Tantissimi hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo, nelle mani dei trafficanti per cercare la felicità e l'unico futuro possibile in Europa. Le strutture temporanee di accoglienza, secondo il Ministero dell'interno, hanno gestito lo scorso anno circa 700 minori al giorno. Sono numeri che danno l'idea di quanto sia complesso il sistema di accoglienza che, tenuto conto del numero massiccio di arrivi, ne rende di fatto quasi impossibile l'organizzazione per un solo Paese. Questi ragazzi affrontano viaggi interminabili, superano difficoltà di ogni genere e partono sapendo di dover rimborsare i soldi agli scafisti con il solo obiettivo di ricongiungersi a familiari o amici che, in molti casi, non vivono nemmeno nel nostro Paese e per questo spesso si danno alla fuga. Hanno alle spalle viaggi che talvolta sono durati anni; spesso arrivano in Italia dopo aver vissuto violenze di ogni tipo. In queste condizioni essi possono essere facili prede dei circuiti di illegalità, soprattutto se non si attiva, fin dal momento del loro arrivo, una rete coordinata e seria di protezione e di sostegno.
Negli ultimi anni il flusso maggiore di persone straniere di minore età non accompagnate proviene principalmente da Paesi quali l'Afghanistan, il Bangladesh, l'Egitto, la Tunisia, la Nigeria, la Somalia e l'Eritrea e negli ultimi mesi la Siria. Si tratta soprattutto di adolescenti di età compresa fra i 16 e i 18 anni prevalentemente maschi, ma vi sono anche ragazzi più piccoli, anche di 13 e 14 anni, e ragazze provenienti soprattutto dalla Nigeria. Il nostro Paese, come è noto, è risultato essere tra i più esposti. Salvo pochissime eccezioni, questi ragazzi sono fortemente determinati a raggiungere il più in fretta possibile altri Paesi europei dove si sono già integrati familiari o amici. Per farlo sono disposti a correre gravi rischi di violenza e sfruttamento. È invece indispensabile assicurare loro una strada legale protetta per il trasferimento verso altri Paesi dell'Unione europea.
Dobbiamo sempre tenere a mente che stiamo parlando di bambini e bambine che, anche se entrati in Italia senza visto, in maniera irregolare, sono titolari di diritti riconosciuti nel nostro ordinamento, con la legge di ratifica della Convenzione di New York del 1989.
La tutela dei minori, quindi, per il solo fatto di essere tali, permette loro di ottenere un permesso di soggiorno per minore età. L'approvazione di questo provvedimento rappresenta un grande segnale di civiltà, di cui il Paese ha bisogno. Questi numeri, d'altra parte, sono destinati ad aumentare, se non si interviene in modo incisivo e risolutivo in quei Paesi dove i genitori, madri e padri, sono costretti a vendere tutti i loro beni, per potere dare una possibilità di sopravvivenza ai loro figli. Sono madri e padri esattamente come noi, che costringono i loro figli a salire su imbarcazioni fatiscenti, non avendo alcuna certezza, ma solo una vaga speranza di un futuro più giusto e migliore di quello offerto nei loro Paesi di origine.
Mi auguro, pertanto, che quest'Aula sappia interpretare e tradurre in norma questo bisogno. La nostra risposta migliore, come società progredita, è quella di compiere un grande passo in avanti nel campo dell'integrazione dei giovani e giovanissimi stranieri presenti in Italia, perché, da persone in cerca di aiuto e speranza, sapranno diventare una grande risorsa e portatori di innovazione per sé e per il nostro Paese.